mercoledì 12 dicembre 2018

Tre giorni nelle foreste del Casentino

Mi piace portare mio figlio a fare lunghe passeggiate nei boschi.
Così, approfittando di qualche giorno di pausa dal negozio, siamo andati io, mio figlio e mia moglie a passare tre giorni e due notti in un rifugio nelle foreste casentinesi.

Il piano era arrivare al rifugio alla fonte del borbotto, passare lì la prima notte per poi spostarci al rifugio presso il lago degli idoli a passare la seconda notte. Poi saremmo tornati a passare l'ultima nottata al primo rifugio.

Invito a lasciarmi commenti, magari con impressioni su esperienze analoghe e, magari, qualche dritta su altri posti dove passare una breve "avventura" simile a questa! In fondo all'articolo troverete anche dei link ad oggetti utili, che solitamente porto con me durante le escursioni.

Abbiamo preparato gli zaini con coperte, roba veloce da preparare per mangiare, caffè, tazze e piatti da campeggio. Insomma tutta l'attrezzatura che di solito porto quando faccio delle escursioni più lunghe di un giorno.
Il rifugio Borbotto

Per scrupolo abbiamo portato anche la tenda, in modo da essere preparati in caso uno dei rifugi fosse
occupato.

Una volta caricato tutto sulla vecchia 4x4 siamo partiti.
Mio figlio era entusiasta.
Infatti ora si lamenta ogni volta che facciamo una vacanza affittando un appartamento.
Senza la tenda ed un bosco, per lui, non è vacanza.

Il rifugio è semplicissimo da raggiungere, davvero accessibile a chiunque e questo, per me, non è una cosa positiva, ma ci si deve accontentare.
In inverno è meglio attrezzarsi a dovere
In inverno si può salire in auto fin sotto al rifugio, se l'auto lo permette, in estate invece si deve salire a piedi. Quando siamo andati noi era vietato salire con mezzi a motore nel fine settimana.
In caso voleste fare un giro da quelle parti, il mio consiglio è chiedere al corpo forestale di San Godenzo.
Noi avevamo già fatto un giro di perlustrazione in Inverno e la strada non è niente di impossibile, ma richiede comunque un'auto adatta o un'attrezzatura adeguata.


La fonte del Borbotto
Nonostante sia poco isolato, il rifugio risulta davvero comodo, in quanto ha una fonte d'acqua potabile vicinissima ed è molto grande, con diversi posti letto ed un grosso camino.
Devo dire anche che nonostante la semplice accessibilità, non è devastato dai soliti idioti come temevo.
C'era anche un po' di legna, lasciata dai precedenti occupanti, cosa da non dare per scontata anche se
è uso comune lasciare delle scorte di legname e cibo.
Noi abbiamo soggiornato al rifugio in Aprile, periodo a mio avviso perfetto.
In inverno il paesaggio è estremamente suggestivo, questo è sicuro, ma le passeggiate risultano più faticose e trovare legna asciutta è più difficile, e di legna ne serve tanta, in inverno.
Durante il sopralluogo invernale siamo dovuti salire a piedi, perché eravamo venuti con un'altra auto





IL RIFUGIO BORBOTTO (1200m)


Come anticipato, il rifugio è semplice da raggiungere e dispone di una fonte proprio a due passi.
Composto da due stanze, una con sei posti letto disposti a castello, un grande tavolo di legno con panche e un mobiletto per tenerci le nostre cose.
L'altra stanza, molto più piccola, è quella a cui si accede al rifugio, vi è una panca di fronte ad un grosso camino, spazio dove stipare la legna e un mobiletto dove tenere tutto il necessario per cucinare.
Abbiamo trovato anche una vecchia, ma funzionale, sega che non abbiamo usato, in quanto io avevo la mia, ed un attizzatoio per il fuoco.
Vi sono due piccole finestre, dotate di imposte, una per stanza.




ESCURSIONI

Di cose da vedere ce ne sono moltissime nelle foreste del Casentino, noi abbiamo deciso di raggiungere il Lago Degli Idoli passando dalla Gorga Nera e da Capo D'Arno.

La Gorga Nera (1300m)


Il cartello che segnala la presenza della
rana temporaria

Un semplice stagno, che ospita una specie di rana di montagna, la rana temporaria.
Questo acquitrino dona anche i natali ad una leggenda locale, quella del Badalischio.
Mitologica creatura, metà serpente e metà uccello, con una corona o un diadema sulla testa, capace di uccidere (o pietrificare) con lo sguardo dei suoi occhi rossi e che emette gas velenosi dalle fauci quando è adirata, facendo morire ed avvizzire le piante.
La Gorga Nera
Secondo la leggenda, questa creatura, fu liberata dal ventre della montagna durante una frana, pare verso la prima metà del 1600.
Ho trovato questa storia leggendo un libro di miti e leggende toscane e mio figlio si è appassionato davvero molto alla ricerca di questa misteriosa creatura, tanto che voleva uscire anche durante la notte per darle la caccia!
Pare inoltre che proprio qua, il sommo poeta Dante Alighieri, trasse l'ispirazione per descrivere la "selva oscura".


Capo D'Arno (1358m)


Il valico delle Crocicchie
Passata la gorga nera, fatta ancora un po' di strada e passato il valico delle Crocicchie (1406m), si arriva dove nasce il fiume Arno.
Qua si trova, vicino alla fonte, una stele con un'inscrizione:


"per mezza Toscana si spazia

un fiumicel che nasce in Falterona
e cento miglia di corso nol sazia"





Questo è un passo dal Purgatorio, canto XIV, dalla Divina Commedia.



L'iscrizione

Il Lago Degli Idoli


Il lago degli Idoli
Sul lato Sud del Monte Falterona, giace silenzioso il Lago Degli Idoli.
Frequentato in antichità dagli Etruschi, fu scelto da questi come luogo di culto.
Era usanza fare un pellegrinaggio fino a questo lago e gettare statuette di bronzo, monili ed armi.
Dopo il ritrovamento di una di queste offerte, il lago fu prosciugato, divenendo di fatto uno scavo archeologico.
Furono trovate centinaia di statuette e migliaia di altro "ninnoli", datati tra il VI e VI secolo a.c.

Poi il lago fu nuovamente riempito ed oggi possiamo visitarlo, immaginando un tempo lontano, in cui antiche genti venivano a offrire i loro doni agli dèi, chiedendo forse protezione per la famiglia, forse prosperità per i figli...chissà!

L'interno del rifugio del Lago
Purtroppo però i nostri piani hanno subito un duro colpo.
Il rifugio in cui volevamo pernottare era distrutto, quasi vandalizzato.
C'era la stufa a legna che fungeva anche da cucina, un grande tavolo con panche, ma il pavimento erapieno di sporcizia.
in buona parte rotto e
Purtroppo non pareva frequentato da viaggiatori coscienziosi, ma da imbecilli.

Allora, dopo una breve pausa, ci siamo caricati gli zaini in spalla e siamo tornati sui nostri passi di buona lena, anche perché, per non farsi mancare nulla, aveva anche cominciato a piovere!

Il Ritorno


Una volta tornati al rifugio del Borbotto, ho fatto un po' di legna per la notte, abbastanza da lasciarne anche dopo la nostra partenza.
Poi abbiamo cenato, raccontato storie davanti al fuoco e fatto una passeggiata notturna.
Purtroppo non abbiamo visto animali, poiché in quella zona vi sono i lupi e quelli non si fanno vedere facilmente!







L'ULTIMO GIORNO


Abbiamo sfruttato questo ultimo giorno per fare una passeggiata, per pulire il rifugio e stipare un po' di legna i visitatori che avrebbero occupato il rifugio dopo di noi.

Sicuramente un'esperienza da ripetere, molto rilassante e rigenerante, che mi sento di consigliare a chiunque voglia un'esperienza di vita all'aperto, senza però imbarcarsi in qualcosa di troppo complicato o proibitivo.



link utili:

Immagini di una valle toscana. Il Casentino e il parco naturale delle foreste casentinesi. Ediz. illustrata

Casentino, Val Tiberina 1:25.000

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